Un trampolino rosso verso il futuro
È ora di bilanci per la manifestazione dedicata al design editoriale e d’autore EDIT, arrivata alla sua sesta edizione.
Nata dalla espressa volontà di Emilia Petruccelli e di Domitilla Dardi con il preciso scopo di offrire un teatro espositivo a chi è troppo piccolo per ambire ad entrare in circuiti più strutturati ed irregimentati come il milanesissimo Salone del mobile, ma che al contempo ha qualcosa da raccontare e quindi da esporre.
Quest’anno EDIT ha allargato i propri confini in città e nel mondo: all’esposizione, ospitata per la seconda volta nella meravigliosa sede dell’Archivio Storico di Napoli, incastrato tra i vicoli della città partenopea, è stata affiancata una sezione di sette CULT sparsi sul territorio cittadino, che uniscono aziende del calibro di Cassina, Alpi, Alcantara, architetti come Kengo Kuma e designer, con opere ed installazioni ospitate in luoghi culto appunto della città.
Oltre cento sono invece gli espositori che sono stati selezionati per popolare gli spazi maestosi dell’Archivio Storico. È così che, tra sale affrescate, chiostri verdeggianti, volumi consultati da migliaia di occhi, prendono forma e colore gli oggetti di arredo e gli elementi di design destinati a esperti, mercanti, addetti del settore o semplici curiosi.
C’è spazio per i giovani anche tra gli espositori. È il caso di Nadia Mauro e David Griffone studenti dello IAAD di Torino che hanno partecipato ad EDIT con il prodotto del progetto d’esame che li invitava a realizzare oggetti di arredo in lamiera.
La luce calda di Napoli è riuscita in questa tre giorni di arte ed architettura ad illuminare un design sostenibile puntando sulla territorialità e sulla qualità dei prodotti esposti, a dispetto della quantità, sostenendo processi di produzione che coniugano l’artigianato al design in pezzi replicabili.
di Mikla Saggese
L’articolo continua su DENTROCASA in edicola e online.
Seguici su