Omaggio alla memoria e all’ingegno
Pio Manzù. La memoria, ma soprattutto l’intuito e il genio visionario che ne accompagnarono l’operato nell’arco di una breve quanto intensissima attività. Designer, figlio d’arte del famoso scultore Giacomo Manzù, Pio Manzù (1939-1969), “rivive” oggi nelle numerose iniziative della Fondazione a lui intitolata, nata a Bergamo nel 2018.
A parlarcene è il figlio Giacomo Manzoni (che porta lo stesso nome del nonno), presidente appunto della Fondazione: “L’idea è quella di onorare il ricordo di mio padre, fare tesoro della sua eredità progettuale e valorizzarne il lavoro in Italia e nel mondo. La sua è stata infatti una carriera fulminea, stroncata dalla morte in giovanissima età, e per questo talora non sufficientemente valorizzata, specie fra i non addetti ai lavori. Non tutti, ad esempio, legano il suo nome alla lampada Parentesi, disegnata insieme ad Achille Castiglioni, ma anche all’orologio Cronotime, senza parlare del primo disegno della Fiat 127. Cinque anni fa, con Alias, sono stati editati, tra l’altro, anche la Poltrona e il Tavolo Manzù”.
Un obiettivo onorevole, quindi, quello della Fondazione: sottolineare la centralità della figura del grande designer nella scena progettuale degli anni Sessanta fino ad arrivare ai nostri giorni, gettando luce su una visione che mirava a coordinare aspetti molteplici, da quello tecnologico a quello sociale, ma anche simbolico e funzionale. Da vero antesignano delle successive frontiere del design.
Tra le finalità della Fondazione Pio Manzù spicca il sostegno di iniziative, progetti e manifestazioni di alto profilo per incentivare studi e ricerche nel campo del design, della tecnologia dei materiali, dei processi di produzione, dei mezzi e delle infrastrutture per la mobilità e l’ambiente.
“Si è svolto un grande lavoro di riorganizzazione e digitalizzazione dell’archivio di mio padre, che oggi risulta molto più fruibile – continua Giacomo Manzoni –. Ma non solo. La Fondazione opera anche in maniera trasversale non rifacendosi esclusivamente alla memoria di Pio Manzù, ma spaziando a 360°. Abbiamo creato infatti anche una collana editoriale dedicata ai designer meno conosciuti al grande pubblico: il primo volume su Pio Manzù, appunto, il secondo su Rodolfo Benetto e il terzo, in uscita proprio questo gennaio, su Piero Castiglioni. Intensa anche la collaborazione con enti universitari, con master svolti alle Facoltà di Architettura di San Marino, Milano e Firenze, ma anche alla Facoltà di Lettere e Comunicazione di Bergamo, dedicato in questo caso al restauro di oggetti in plastica. Interessanti e partecipatissimi anche i Dialoghi di Design in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Varese, Como e Lecco, veri e propri workshop su vari settori del design, dai mobili, alle auto, fino alle barche, con la possibilità di acquisire anche crediti formativi per l’aggiornamento professionale. Questo gennaio prende il via proprio la seconda edizione, al Museo MA*GA di Gallarate, con la partecipazione di Francesco Meda e successivamente Tobia Scarpa e Flavio Manzoni”.
L’attività della Fondazione Pio Manzù spazia anche in campo automobilistico: nel 2021, in occasione del 50° anniversario della mitica Fiat 127, al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino si è svolta la mostra dal tema “Che Macchina!” con l’esposizione anche di bozzetti originali. Nel 2024 nascerà a Bergamo anche un Club della stessa 127, in partnership con Stellantis che fornirà pure supporto logistico, e l’organizzazione di un raduno a cadenza annuale” annuncia Giacomo Manzoni.
Ma non è finita: per il 2025 è in programma l’apertura di un nuovissimo spazio espositivo di circa 500 mq nel centro di Milano: “Abbiamo scelto, non a caso, la città considerata culla del design” conclude Giacomo Manzoni. E non poteva essere diversamente… Per un racconto che celebra il passato e guarda al futuro, destinato a scrivere, quindi, tanti nuovi capitoli della storia del design…
Stefania Vitale
Caporedattrice
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