Le installazioni dell’artista americano in scena a Milano nelle navate di Pirelli Hangar Bicocca
La location e l’opera. La materia e l’essenza.
Alchimie sottili che non si sottraggono all’attrattiva del bello dando luogo a scenari inediti, di stupore e prodigio, in grado di sovvertire insistentemente le consuete logiche di pensiero.
Addentrarsi nell’arte “enigmatica” di James Lee Byars (Detroit, 1932 – Il Cairo, 1997) significa confrontarsi con una serie di rimandi simbolici, archetipi primordiali che alludono a rinnovate riflessioni sulla realtà. Come contenuti che foggiano magnificamente le forme, attivando significati che mischiano la libertà creativa alla forza dirompente dell’esperienza.
Le installazioni di James Lee Byars sono protagoniste di una mostra in corso fino al 18 febbraio, negli spazi milanesi delle Navate di Pirelli HangarBicocca, location perfetta per rimarcare l’appassionata indagine dell’artista, in bilico tra spiritualità e corporalità. L’esposizione, curata da Vicente Todolí e organizzata da Pirelli HangarBicocca e Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, mette in scena, nelle ampie aree dell’ex stabilimento industriale, opere di grandi dimensioni realizzate dal 1974 al 1997 e provenienti da collezioni museali internazionali.
L’obiettivo è stato quello di rispettare l’approccio concettuale dell’artista, nel segno di una vivace interazione ad hoc con il contesto spaziale, che è sfida interpretativa oltre che ricerca stilistica. Nell’ottica di James Lee Byars l’arte ha la forza di plasmare la realtà abbozzando intese singolari con l’ambiente circostante: “progetti” che, facendo leva sull’estetica del risultato, lasciano scaturire interrogativi sui traguardi e i limiti dell’esistenza umana.
Nell’addentrarsi nel suo multiforme gioco di richiami, l’artista seleziona materiali preziosi, come marmo, velluto, seta, foglia d’oro e cristallo, combinati eccezionalmente in geometrie minimali, vedi ad esempio sfere, prismi o pilastri. Sagome che, con l’apporto decisivo del colore, assumono tratti originali diluendo tracce dell’amata cultura orientale in input di un immaginario più marcatamente occidentalizzante. Ne scaturisce una visione unica, personalissima, riconducibile alla cosiddetta arte concettuale, già centrata però sull’interazione tra lo stesso artista, gli spazi espositivi e il pubblico.
In tal senso James Lee Byars si rivela straordinario pioniere di idee performative e installative che hanno caratterizzato successivamente esposizioni ed eventi di arte contemporanea. Un lessico ermetico, il suo, che si innesta su traiettorie di grande teatralità, alternando il flusso del sogno alla riflessione concreta.
Uno scambio continuo di luci e ombre filtrate dallo straordinario apporto dell’arte, palcoscenico sublime sul quale si avvicendano, a turno, reale e finzione, effimero e eterno.
Fino al 18 febbraio 2024
pirellihangarbicocca.org
Stefania Vitale
Caporedattrice
Seguici su