Tradizione culturale e innovazione convivono nelle opere dell’artista bresciano Marco La Rosa.
Marco La Rosa nasce a Brescia nel 1978. Attualmente è docente all’Accademia di Belle Arti SantaGiulia, nella sua città. Lo scorso ottobre è stato protagonista della mostra personale “Attori silenziosi” promossa ed organizzata dalla CoArtCo – Collezione Arte Contemporanea di Bagnolo Mella (Bs) e curata da Serena Filippini e tenutasi a Palazzo Bertazzoli, sempre a Bagnolo Mella.
• Marco, come hai fatto dialogare le tue opere con gli spazi del palazzo bagnolese?
“Il percorso espositivo è stato pensato come un “cammino” lungo il quale il visitatore dialoga direttamente con l’esposizione. Le opere instaurano un confronto con il luogo che le ospita, creando uno splendido contrasto tra forme antiche e contemporanee”.
• Analizzando le tue opere ci si rende conto che parti da spunti culturali filosofici e letterari che riescono ad apparire attuali e ad invitare l’osservatore a riflettere sulla realtà odierna in tutta la sua contemporaneità. Come riesci a fare coesistere tradizione culturale e attualità?
“È vero. La genesi di tanti miei lavori è interdisciplinare. Attingo dalla filosofia, dalla matematica o, come nella mia prossima mostra personale, colgo spunto dalla letteratura. Tratto temi universali ed eterni, a margine del caos assordante della mondanità e del brusio effimero delle mode. Studiare, tentare di capire, intrecciare le riflessioni attraverso i secoli della storia, cercare, interrogare, ricominciare da capo, a costo di rimettersi in gioco è tutto ciò che tiene viva la mia ricerca artistica”.
• Nelle tue opere non mancano riferimenti ad episodi biblici. Cosa tiporta a scegliere di lavorare su temi come questi e quale sfumatura assume nella tua arte il concetto di spiritualità?
“Talvolta ho l’urgenza di esprimere “qualcosa” di poco definito o definibile. Credo emerga in molti miei lavori, attraverso differenti linguaggi: una tensione verso una trascendenza che probabilmente è inafferrabile. Mi muove la ricerca del limite, del confine, che va indagato, esplorato, scoperto o riscoperto, e ogni volta tento di spostarlo un poco più in là”.
• Il 2021 è l’anno della tua mostra personale presso A+B gallery di Brescia, galleria con la quale hai un legame pluriennale…
“La mostra nasce da un personale progetto che il mio gallerista ha immediatamente approvato. Il tema principale ruota attorno al concetto di “viaggio”, più precisamente del viaggio/ avventura che intraprende Odisseo dopo la partenza da Troia. L’Odissea di Omero è un poema epico sempre attuale, fonte inesauribile di riflessioni”.
• So che si tratterà di opere inedite… Marco, ci puoi svelare qualcosa in anteprima?
“Le opere andranno ad interpretare varie tappe del viaggio di Odisseo: ci saranno lavori scultorei, bidimensionali, luminosi e installazioni, in un susseguirsi continuo di forme che toccheranno temi come il limite, la morte, la partenza, la conoscenza, il pensiero, il ritorno, l’amore, il destino e il libero arbitrio”.
Seguici su