La terra delle Sirene
“Ogni altra isola o regno avrei lasciato con mio sommo contento per la bella Sorrento”.
Queste sono le parole con le quali il poeta messinese Scipione Herrico omaggia la perla della costiera sorrentina.
E qui, dove il mare luccica, e tira forte il vento, si affaccia la splendida terrazza a picco sul mare di una di quelle poche realtà alberghiere costiere che è riuscita a mantenere intatto tutto il suo fascino. Un vero e proprio gioiello, parte del Leading Hotels of the World, è l’Hotel Excelsior Vittoria.
Il nostro consiglio è di arrivare dal mare, in modo da ammirare l’alto costone roccioso sul quale si erge questo imponente hotel che gode di una posizione privilegiata nel centro di Sorrento.
Sorrento e la costiera amalfitana sono stati tappa obbligata del Grand Tour per quei ricchi e colti aristocratici che impegnavano le loro vacanze in Europa continentale a partire dal 18esimo secolo.
“Paese di una pace infinita”, resta la frase più forte delle Pagine belle su Sorrento addirittura a firma di Lev Tolstoj nel 1898. È proprio qui infatti che i sudditi dello Zar in visita a Sorrento, ammaliati da tanta bellezza, ritrassero nelle loro opere il blu del mare e del cielo che contribuirono a diffondere ed invogliare alla visita i cittadini della lontana, fredda ed inospitale Russia.
E sempre russi furono gli illustri ed innumerevoli ospiti appartenenti all’elite nobiliare che soggiornavano stabilmente presso Villa Cortchachow, oggi parte del complesso alberghiero Hotel Parco dei Principi. L’ingegnere Roberto Fernandes, proprietario della struttura, decise di affidare a Gio Ponti, non solo un intervento limitato agli arredi, ma l’intera progettazione del Parco dei Principi.
Le stanze, affacciate a strapiombo sul mare nei toni del blu e del bianco, sembrano uno spazio sospeso verso l’azzurro del mare e del cielo. Il vezzo di Ponti come grande amante delle ceramiche? 100 camere e 100 pavimenti diversi. Unica nota cromatica è il marrone del legno di frassino naturale di parte degli arredi
Qualche chilometro più in là un’altra struttura che si caratterizza per i colori. Nel 2006 che Marco De Luca decide di ridare nuova vita agli spazi con un intervento volto a rendere questo piccolo gioiello incastonato sul costone roccioso, una vera e propria galleria d’arte. Alla Minervetta stupisce un progetto di ospitalità fuori dagli schemi nel quale a farla da padrone è la sensazione di vivere più che un hotel uno spazio personale.
L’influenza e l’amicizia con Gaetano Pesce si respirano nei tantissimi oggetti a firma del designer ligure, che arricchiscono gli spazi comuni che, seppur dominati dalla varietà di forme e colori che in altri contesti risulterebbero caotici, qui sono perfettamente equilibrati e bilanciati.
L’articolo continua su DENTROCASA in edicola e online.
Seguici su