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Dalle tematiche delle emozioni d'infanzia una ricerca sulle relazioni interpersonali e il dialogo con se stessi
Silvia Trappa, classe 1986, è un’artista visiva che vive e lavora tra Brescia e Milano. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove si diploma in Scultura nel 2008 e nel 2011, continua la sua formazione in Giappone, alla Tokyo Zokei University.
La sua ricerca si articola tra scultura e disegno usando la tematica dell’infanzia come metafora della vita o rielaborando in chiave contemporanea emozioni appartenenti a diverse culture e tradizioni che diventano spunto di riflessione e specchio della società.
Ha partecipato a programmi di residenza d’artista in Italia, Messico e Giappone e i suoi lavori sono stati esposti in Italia, Portogallo, Usa, Giappone e Hong Kong. Da alcuni anni cura e organizza progetti di laboratorio e workshop didattici rivolti all’infanzia e a persone con diversi tipi di fragilità.
Hold Me è il suo primo libro edito da IKI Edition per la collezione AKA.
• La tua visione del mondo è prevalentemente legata al tema dell’infanzia…
“Secondo me è un’ottima metafora della vita, perché mi permette di raccontare in maniera molto diretta ed empatica le emozioni e le problematiche che toccano tutti, come le relazioni interpersonali, le relazioni sociali o il rapporto con sé stessi. Un aspetto della scultura che mi ha sempre attratto è il modo in cui interagisce con lo spazio circostante: per questo mi piace giocare con lo spazio espositivo creando dei lavori che non si limitino ad occuparlo, ma che lo abitino. Così facendo cambiano anche le emozioni del fruitore all’opera, come ad esempio nella serie Planty, in cui ogni figura ospita una diversa specie di Tillandsia, pianta epifita che prende nutrimento dall’aria che lei stessa purifica da agenti inquinanti. La serie indaga il rapporto uomo/natura trasponendolo in un contesto più personale e domestico, dove il fruitore/custode diviene parte attiva del processo artistico prendendosi cura dell’opera. Altro aspetto fondamentale della mia ricerca è l’uso dei materiali, che cambiano di volta in volta acquistando un valore significante all’interno dell’opera”.
• La varietà di materiali che usi ti consente di approdare ad un’infinità di soluzioni…
“Come scultrice ho sperimentato negli anni l’uso della resina, della ceramica, della cartapesta (che uso soprattutto nelle installazioni) e ultimamente anche del legno. Proprio intorno alle emozioni di questo materiale si è sviluppata la serie protagonista della mia ultima personale dal titolo Alma, tenutasi nel maggio 2019 presso la Gilda Contemporary Art di Milano a cura di Cristina Artese e testo critico di Paola Stroppiana. La mostra si sviluppava intorno a una serie di sculture ispirate all’iconografia delle Madonne lauretane che con i loro corpi celati, ma al contempo monolitici, mi hanno permesso di riflettere sull’immagine della donna nella società contemporanea e più in generale su concetti come resilienza e potere”.
Gianbattista Bonazzoli
bonazzoli99@gmail.com - cell. 328 3465
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