A Palazzo Reale di Milano una cinquantina di opere dell’artista a testimonianza di un linguaggio espressivo poliedrico e irriverente
Scardinare l’ordinario, convertirlo ad una nuova dimensione, affibbiargli un’immagine stravagante. Sì perché attraverso il bizzarro ci si può incanalare in inimmaginabili percorsi di scoperta toccando corde desuete e persino affascinanti.
Come accade nell’opera di Enrico Baj (1924-2003), artista milanese tra i maestri della neoavanguardia italiana e internazionale, che si è sempre mosso tra l’ironia e il grottesco, “maneggiando” e miscelando fra loro i materiali più differenti.
Alla sua figura è dedicata la mostra in corso a Palazzo Reale di Milano, nella Sala delle Cariatidi, dal tema “BAJ. Baj chez Baj”, realizzata a cento anni dalla nascita e a dodici dall’esposizione, nella stessa sala, della toccante opera “I Funerali dell’anarchico Pinelli”.
Il progetto, curato da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj, accoglie quasi cinquanta pezzi che dai primi anni Cinquanta toccano il Duemila, testimoniando le fasi di adesione dell’artista a diversi movimenti nel tempo.
La mostra di Palazzo Reale, con un allestimento studiato ad hoc, rende quindi omaggio alla sfrenata immaginazione di Enrico Baj, alla sua indole ribelle e alla sua incredibile sperimentazione artistica.
Una ricerca, la sua, che non si è mai posta limiti facendo ricorso anche a materiali inconsueti, insieme per magnifiche, inimmaginabili, sequenze narrative. La poliedricità di Baj si nutre infatti dell’intreccio fra diverse discipline con uno sguardo particolare anche alla scrittura e alla collaborazione con i grandi autori contemporanei.
Fino al 9 febbraio 2025
palazzorealemilano.it
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Stefania Vitale
Caporedattrice
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