Le opere del grande scultore in una ricca mostra diffusa tra il Museo di Santa Giulia e il Castello di Brescia
Corpi come messaggi. Di attesa, d’amore, di vita. L’arte che irrompe nella realtà, ne trae nutrimento e ispirazione sussurrando la presenza di mondi a parte.
Giuseppe Bergomi, prestigioso scultore bresciano classe 1953, racconta storie di uomini e donne ritratti con dovizia di dettagli in forme plasmate ad hoc.
In questi mesi Brescia rende omaggio a uno dei suoi più grandi artisti contemporanei attraverso la mostra diffusa “Giuseppe Bergomi. Sculture 1982/2024” ospitata nelle location d’eccezione dei chiostri di San Salvatore e di Santa Maria in Solario del Museo di Santa Giulia e del Grande Miglio in Castello.
L’allestimento va a sottolineare tanto la straordinarietà dell’opera, tanto la possibilità di collocarla in contesti prestigiosi in dialogo con volumi e luce naturale. Concepito in senso cronologico, il percorso si apre non a caso con il debutto di Bergomi, nel 1978, alla Galleria dell’Incisione di Brescia, dove espose una serie di dipinti
Un’arte che celebra la vita e ne diventa meraviglioso corollario, come indelebile traccia autobiografica che lascia anche affiorare discreti risvolti psicologici. Bagagli di memoria in un echeggiare continuo di forme che vanno idealmente a confluire tutte al punto di inizio.
Come in un processo di eterno ritorno, tra sogno e materia, nel quale la scultura è accettazione e celebrazione della realtà in tutta la sua naturale grandezza.
Fino all’1 dicembre 2024
bresciamusei.com
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Stefania Vitale
Caporedattrice
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