A Palazzo Reale di Milano, le installazioni site specific di Leandro Erlich per “decostruire” la realtà.
L’arte diventa stupore, alienazione, magia… Un inebriante contenitore di emozioni a creare il solco con il comune senso dell’ordinario sovvertendone interamente le regole.
Incredulità e straniamento si mixano a dovere, fra percorsi improbabili e mondi che si fanno improvvisamente inconcepibili. Al visitatore, che è anche attore in scena, rimane uno straordinario senso di meraviglia, frutto di espedienti ottici e sonori, ma anche mirabolanti illusioni capaci di trascinarlo in un universo visionario e inconcepibile.
È in corso a Palazzo Reale di Milano la mostra dal tema “Oltre la soglia” che raccoglie alcune intriganti installazioni site specific dell’artista argentino Leandro Erlich, tra i più acclamati della sfera contemporanea.
Dopo i numeri record fatti registrare in tutto il mondo, da Buenos Aires a Tokyo, Erlich approda per la prima volta in Europa con l’attesa monografica promossa da Comune di Milano-Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Arthemisia, in collaborazione con lo Studio Erlich e con la curatela di Francesco Stocchi.
La mostra non ha un vero e proprio target e tra i suoi punti di forza c’è appunto la possibilità di rivolgersi a “tutti”, con l’intento di andare a colmare la consueta distanza tra spazi museali e esperienza quotidiana.
È il pubblico stesso a completare, o addirittura creare, l’opera, attraverso la sua presenza e il suo contributo sulla scena.
Ci si immerge così a tutto tondo in un mondo-altro che scaturisce da meccanismi mentali ed emotivi apparentemente inspiegabili.
La percezione della realtà è totalmente falsata quando ci si arrampica virtualmente sulla facciata di una palazzina, o quando si parano davanti agli occhi case sospese in aria.
Ma ci sono anche ascensori che non conducono da nessuna parte, scale mobili avviluppate su sè stesse, barche che galleggiano solo virtualmente, o camerini che moltiplicano a dismisura la nostra immagine riflessa nello specchio.
E se da un lato la reazione è quella di un piacevole sbigottimento, dall’altro si insinua incalzante il senso del dubbio fra ciò che normalmente crediamo di vedere e ciò invece a cui stiamo inaspettatamente assistendo.
L’inganno percettivo si traduce in questo modo in eccezionale svelamento del proprio universo interiore, attraverso un meccanismo che va ad eliminare preconcetti e stereotipi inconsapevolmente radicati.
La ricerca artistica e concettuale di Erlich dà così luogo ad un effetto esplosivo, indimenticabile, che difficilmente a priori si riesce a mettere in conto.
Dalla confusione inziale si arriva a confrontarsi con automatismi prima sconosciuti dissimulando la realtà in favore di una riflessione più ampia, personale e universale al tempo stesso.
La partecipazione attiva del visitatore risulta un espediente per rivelargli un’altra idea di ciò che è davvero reale, riorganizzare la scala delle sue priorità, scontrarsi col disinteresse del prossimo e misurare il proprio grado di curiosità sul presente.
Il percorso è al contempo spassoso e alienante: uno spettacolo dell’assurdo inscenato attraverso la magia dei nostri corpi nello spazio e un ventaglio di suggestioni ormai fuori controllo…
Fino al 4 ottobre 2023
Stefania Vitale
Caporedattrice
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