Alla Casa dei Tre Oci di Venezia la più ricca retrospettiva mai realizzata sulla fotografa svizzero-francese Sabine Weiss.
Quanta poesia può esserci in uno scatto? Quanta empatia può trasmettere un semplice click? Emozione, coinvolgimento, estasi, come un messaggio che dall’istante presente è destinato a prolungare la sua eco lontano nel tempo, infrangendo confini e pregiudizi.
Nelle immagini di Sabine Weiss (1924 -2021) si snoda l’affascinate narrazione del Novecento, fra scoperta, desiderio e rinascita. Un’immersione a tutto tondo nella realtà di un’epoca in rapido divenire con le sue punte di raffinatezza e le derive ancora in atto in diverse sfere sociali.
E la grandezza della fotografa franco-svizzera sta proprio nell’annullare ogni tipo di barriera, infrangendo il confine che separa le tante condizioni umane e celebrandole tutte con pari dignità e bellezza.
È quanto suggerisce la mostra dal tema “Sabine Weiss. La poesia dell’istante”, curata da Virginie Chardin, promossa dalla Fondazione di Venezia e realizzata da Marsilio Arte in collaborazione con Berggruen Institute.
La rassegna, in svolgimento alla Casa dei Tre Oci di Venezia fino al 23 ottobre, rappresenta, con le sue oltre 200 opere, il più prestigioso tributo mai dedicato al Sabine Weiss a livello internazionale.
L’idea è quella di ripercorrerne per intero la carriera, dagli esordi nel 1935 fino agli anni 2000, puntando l’accento sulla grande versatilità che la caratterizza.
Ed è stata proprio la stessa fotografa ad aprire i suoi archivi parigini spalancando le porte del proprio mondo straordinario e partecipando così attivamente anche alla strutturazione del percorso espositivo veneziano.
Nata Weber a Saint-Gingolph, in Svizzera, Sabine si avvicina alla fotografia fin da giovanissima e compie l’apprendistato presso i Boissonnas, una dinastia di fotografi di Ginevra.
Raggiunge Parigi nel 1946 e nel 1950 sposa il pittore Hugh Weiss. La consacrazione avviene pochi anni dopo quando, su raccomandazione di Robert Doisneau, entra nell’agenzia Rapho e inizia a pubblicare le sue immagini su grandi magazine internazionali, come Vogue, The New York Times, Life o Newsweek.
Si diceva del suo eclettismo, quello che si svela nei reportage, nei ritratti di artisti del suo tempo, nelle foto di moda per prestigiose riviste dell’epoca ma anche negli scatti di strada, con le incredibili immagini raccolte nei numerosi viaggi in giro per il mondo.
Il suo occhio si posa volentieri sui bambini, i loro volti, le loro espressioni, dando voce a quell’incredibile molteplicità di atteggiamenti nei quali possono essere ritratti.
Un tuffo, non certo casuale, nell’ingenuità e nella leggerezza di una dimensione ancora lontana dalle problematiche e dai tanti filtri dell’età adulta.
Per Sabine Weiss è una scoperta continua, alimentata da quell’insaziabile curiosità propria di ogni fotografo che si rispetti. Come rivelazioni di meraviglia in costante divenire da srotolare in contesti molto diversi l’uno dall’altro.
Ne deriva un messaggio di grazia e bellezza, di condivisione, ma anche di denuncia, sottolineando ancora una volta quella sua eccezionale capacità di spaziare a 360°. Fra gesti, sentimenti e atmosfere da captare e trasmettere nella loro sorprendente autenticità.
Fino al 23 ottobre 2022
treoci.org
Stefania Vitale
Caporedattrice
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