Uno scenario buio sul quale si dipana una trama di luce. La sceneggiatura è quella di un prodigio contemporaneo, fatto di una bellezza che si disvela a sorpresa: fasci luminosi a rischiarare, uno per uno, grandi pezzi del design di produzione italiana. Il risultato? Apparizioni d’autore che sembrano incantesimi, come gioielli incastonati in un percorso di sublimazione e stupore, accompagnati da una voce narrante a fare da colonna sonora.
Una costellazione di meraviglie, dunque… È quello a cui si assisterà, dal 20 settembre al 23 dicembre, con la mostra “ICONE – Voices of Design Made in Italy”, in allestimento a Doha, al Museo M7, location d’eccezione resa più accattivante dal progetto a 4 mani firmato da Rossana Orlandi, regina delle gallerie di design, e dall’arch. Lucio Micheletti della Micheletti+Partners, autore di grandi creazioni contemporanee. Una “combinazione” vincente di genialità, intuito, creatività.
Quello a cui i 40 designer, artisti e progettisti, selezionati ad hoc, daranno vita in Qatar sarà un dialogo inedito col visitatore, basato su un confronto tanto inatteso quanto affascinante. E DENTROCASA è pronta a raccontarvelo in anteprima e in esclusiva.
Entrando nello studio milanese di Rossana Orlandi, la celebre galleria di via Bandello, siamo stati letteralmente investiti dal flusso emozionale percepito intorno al moodboard dell’evento di Doha: immagini-icona, ritagli, forme e colori, disposti a meraviglia, work in progress, sul lungo tavolo della veranda. Elementi di un racconto ancora tutto da svelare i cui protagonisti sono però già ben definiti: le eccellenze del design internazionale e la grandiosità della produzione italiana.
L’emozione di Rossana Orlandi quando parla di Doha e del progetto in corso ci proietta direttamente in un paesaggio da sogno: “Amo moltissimo Doha e i suoi abitanti, quel coinvolgente desiderio di vincere l’aridità del deserto con realizzazioni dai tratti magnifici. A Doha è davvero vibrante la voglia di fare: è una città in continua evoluzione impreziosita dal buon gusto e dall’enorme cultura della Sheika al Mayassa bint Hamad bin Khalifa al-Thani e della madre”.
Come si inserisce in questo scenario il design made in Italy? “La produzione italiana consta di aziende talmente eccellenti che per me accogliere l’invito dell’ambasciata in Qatar di presentarle a Doha è stata un’autentica gioia. Icone è un progetto caratterizzato dall’enorme difficoltà iniziale a convincere gli autori a prenderne parte e, di contro, dal grande entusiasmo attuale che li ha spinti a creare delle presentazioni bellissime. La mostra si divide in due parti: nella prima si dà risalto al valore del design originale attraverso le voci dei suoi autori che narrano l’emozione sottesa ad ogni singolo pezzo; nella seconda le aziende si presentano raccontando la propria storia e si mettono in contatto col pubblico arabo tramite il proprio distributore. L’unico filo conduttore è quello del buon gusto. Si è cercato poi di creare un dialogo fra tutti i pezzi, fra contrasti, similitudini e continuità di linguaggio. Ci sono prodotti iconici, ma anche rivisitazioni o riedizioni di prodotti storici: ogni designer ha scelto personalmente il pezzo che riteneva più significativo trasmettendone l’emozione. Avrei da raccontare un aneddoto per ognuno di loro…” conclude Rossana Orlandi.
Per quanto concerne l’allestimento vero e proprio, il concept nasce dalla mente di Lucio Micheletti che ha voluto rendere gli spazi museali di M7 decisamente più stimolanti. È lo stesso architetto a parlarci della sua speciale “regia”: “Con ICONE vogliamo che le creazioni di 40 designer, artisti e progettisti contemporanei entrino in relazione con il loro prodotto, stabilendo confronti inaspettati con il visitatore, aprendo un dibattito intimo intorno al design.
L’idea è stata quella di reinterpretare la location proponendo una scenografia dove lo spazio viene letto, in uno scenario sotto illuminato, giocando con il buio e la luce. Nell’esposizione museale gli oggetti diventano attori e prendono forma con la luce, accompagnati dalla voce narrante del designer.
La mostra diventa quindi un percorso dove la luce, nel suo racconto, riflette un’attenta cura del dettaglio, combinando concetti e design, in una ricerca armonica delle forme e dei colori.
Il concept è quello di un’esperienza immersiva nel design basata sulle più recenti tecnologie illuminotecniche digitali e sonore, coinvolgendo direttamente i visitatori.
L’idea di inserire il buio e giocare con le luci è squisitamente filosofica. Il buio ha un legame molto forte con il silenzio, con il vuoto inteso come concetto spaziale.
Il buio permette una sorta di oscillazione di significati, per cui nomi e cose non si trovano più in corrispondenza.
Per questo con il buio, come con il silenzio, prendono forma realtà mentali diverse, che si basano sull’immagine e sulle sensazioni” ha concluso l’architetto Lucio Micheletti.
Il conto alla rovescia è partito… Il sipario sta per alzarsi su Doha…
Rita Baiguera
Co-Direttore
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