figuraccia dentroCASA novembre 2014
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CHE FIGURACCIA…

07/11/2014

Niccolò Ammaniti chiama a raccolta un gruppo di amici scrittori. Un libro sulle “gaffe” che hanno segnato le loro carriere.

Figuracce – Niccolò Ammanniti – Einaudi

Ci sono momenti che non vorresti mai avere vissuto e che, proprio per la loro eccezionalità, sono i più curiosi da raccontare. Se poi a farlo sono scrittori brillanti nella prosa e eccezionalmente ironici nei propri intenti “autolesionisti”, il cocktail è vincente. “Figuracce” è una raccolta di racconti firmati da nomi noti del panorama letterario italiano e riuniti intorno alla firma di Niccolò Ammaniti. L’occasione, o più facilmente il pretesto fittizio, è una serata romana fra professionisti della scrittura, nel corso della quale, tra un bicchiere e una risata, scaturiscono aneddoti improbabili su esperienze di vita passata, di lavoro o d’amore. Da lì l’idea di trasporre i ricordi in un insieme di testi caratterizzati da un unico leit motiv: la figuraccia appunto. A scatenarsi nella descrizione delle proprie “macchie” esistenziali, oltre allo stesso Ammaniti, anche l’ultimo Premio Strega Francesco Piccolo e quello del 2008 Paolo Giordano, insieme a Diego De Silva, Antonio Pascale, Christian Raimo, Elena Stancanelli e Emanuele Trevi, ognuno portatore di un proprio stile. Il concetto di figuraccia non è universale, ma viene declinato all’età del protagonista, alla presenza o meno di osservatori e al contesto in cui si verifica. Così, mentre per un adolescente diventa fonte di disagio (e quindi di apparente brutta figura) anche la semplice richiesta di un’informazione ad un passante, per un adulto, in genere, dribblare situazioni imbarazzanti è operazione all’ordine del giorno. Tanto che la figuraccia ritorna nella mente come una sorta di tormento e, nei casi più estremi, rappresenta addirittura l’opportunità per una svolta di vita. Ma come nasce una figuraccia appunto? Tante le “sorgenti” individuate dagli autori del libro: un abbaglio, un lapsus, un malinteso, un’indecisione ma anche una banalissima goffaggine. A volte, come nel caso di Francesco Piccolo, nasce dall’assurda pretesa di superare in scaltrezza un venditore di automobili infiorettando la propria vita con compagne e figli solo immaginari. Nel caso di Ammaniti invece la vecchia cicatrice del fallimento di un film con Marco Risi è testimonianza di una figuraccia che oggi smaltisce con buona disinvoltura ma che ai tempi del flop… Non c’è una regola comune per schivare o superare una brutta figura, ma solo la capacità individuale di trasformare il momento no in una sorta di marchio d’autore, convertendo l’impaccio in amabile sorpresa.

 

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di Stefania Vitale

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