Un’atmosfera vivace e vibrante caratterizza questo appartamento newyorchese che fa dei colori primari il leitmotiv del percorso abitativo
Lo studio BNO dell’architetto Benjamin Noriega Ortis ha lavorato alla progettazione di questo appartamento che si trova nell’Upper East Side di Manhattan, in un nuovo edificio di una zona densamente popolata.
La casa è stata acquistata come pied-à-terre da una famiglia che vive fuori dallo Stato di New York per trascorrere lunghi week end o periodi di vacanza nella Grande Mela.
Il desiderio era di utilizzare colori primari per creare uno spazio allegro, quasi surreale, avendo già una casa “seria” in periferia. Si è partiti dall’uso dei colori primari rosso, blu e giallo, un’occasione per l’architetto per ideare uno spazio stravagante, con tre camere da letto, ciascuna in una tinta diversa.
La zona soggiorno-pranzo-cucina è il cuore della casa, il luogo dove tutti i colori si scontrano. Un moderno divano bianco accostato a un récamier francese dorato del XIX° secolo miscela il contrasto con il grande tappeto giallo rotondo.
La parete che accoglie il divano è stata dipinta di rosso e, poiché la vista dalle finestre era troppo beige, sono state inserite delle tende con tessuto blu cobalto trasparente che vanno ad enfatizzare tutto l’ambiente.
L’illuminazione è rimasta sobria, affidando il compito principale a tutte le lampade, alcune stravaganti come quelle ricoperte di piume della Abyu Lighting. Alle pareti opere degli artisti Brainwash e Kenny Scharf che sottolineano ancora una volta la passione per il colore.
Ogni camera da letto si identifica per l’utilizzo di un colore predominante. Originale l’idea di esporre, dietro la testata del letto nella camera rossa degli ospiti, la collezione di dischi in vinile Rock-and-Roll.
D’ispirazione è stato seguire uno dei principi della “Bauhaus” nel disegnare uno spazio dall’approccio fresco e modernista utilizzando il colore per suscitare una risposta emotiva.
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Progetto arch. BENJAMIN NORIEGA ORTIS, STUDIO BNO
Foto GIANNI FRANCHELLUCCI
Testo di ROBERT PAULO PRALL
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