Nell’immagine sopra: Isotta Fraschini, cm 30×60, fusione su tela, anno 2020.
Al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera le opere dell’artista romano illustrano le tappe fondamentali della poetica e dell’estetismo del Vate.
Gabriele d’Annunzio e il suo “vivere inimitabile”. L’eco del poeta-soldato che si propaga lontana attraverso le sue opere letterarie, le imprese militari e uno stile di vita smaccatamente fuori dalle righe.
Nulla come il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera (Bs) ne racconta così sapientemente la parabola, dalle stanze della Prioria (la casa-museo) fino al grande parco che ospita, tra l’altro, il magnifico teatro sul Lago di Garda.
È in questi spazi che l’eclettismo del cantore de “La pioggia nel pineto” ha raggiunto il suo apice. E, non a caso, è proprio qui che l’artista di origini romane Andrea Chisesi ha trovato la location ideale per il suo particolarissimo omaggio allo stesso Gabriele d’Annunzio.
Siamo nella Villa Mirabella, uno degli edifici del complesso del Vittoriale, adibita un tempo ad ospitare gli artisti della fabbrica e oggi teatro della mostra dal tema “Tempora vatis”, curata da Marcella Damigella e visitabile fino al prossimo 5 aprile.
Raccontare d’Annunzio significa calarsi nel personaggio, riviverne l’enfasi delle gesta, riproporne l’eccentricità del pensiero, ma anche saperlo reinterpretare con l’ardire dell’artista.
Sono servite un’ispirazione, una tecnica in continuo sviluppo e una sede espositiva d’eccezione: questi infatti gli elementi alla base delle opere firmate da Chisesi. Tutto è cominciato da un curioso ritrovamento all’interno del suo studio di Siracusa, un ex hotel di origine ottocentesca rivisitato successivamente durante il Fascismo.
Qui, sotto la carta da parati applicata alle pareti, Chisesi ha rinvenuto alcune pagine di giornali risalenti al 1920 e quindi contemporanei a d’Annunzio.
L’idea è scattata subito: strappando, incollando e sovrapponendo diversi frammenti e facendo ricorso ad una tecnica del tutto personale si poteva dar vita ad un racconto artistico inedito lungo le maggiori stagioni del Vate, servendo al pubblico un singolare confronto creativo fra fotografia e pittura.
Proprio partendo da alcune immagini-simbolo della vita di d’Annunzio, Chisesi ha così realizzato un affascinante progetto figurativo che ha sapientemente coinvolto e mixato ad hoc le fotografie del tempo, i brandelli di giornale e i suoi matrem, caratteristiche pennellate bianche dal tema floreale.
La tela è divenuta così uno scenario da riempire, coinvolgere, assecondare, sperimentando incessantemente materiali, combinazioni e accostamenti.
Cambiando il filtro, cioè, Chisesi dà alla luce soluzioni sempre diverse regalando all’opera nuovo carattere, prestigio e bellezza. Come per questa reinterpretazione delle “icone” legate a Gabriele d’Annunzio, attraverso le quali il poeta si fa testimone di uno stile legato al suo tempo e ai suoi luoghi ma di una forza e di una caratura universali.
Rimaneggiare una figura o un’effigie significa, per Chisesi, vivere la preparazione di un tributo specialissimo al soggetto, in questo caso il poeta pescarese. Affiora così un percorso esclusivo e seducente, in perfetto stile horror vacui, sulle tante sfaccettature di un’esistenza votata sempre all’eccesso, nel privato come nella politica, nell’impegno militare come nella cura degli ambienti quotidiani.
Quattro le sezioni della mostra: Fons, con i ritratti del Vate dall’adolescenza al 1920, Aestas, che comprende eroi, miti, automobili, navi e aerei, Arbores, che riguarda la passione per le donne e per i grandi personaggi del passato come Dante e Michelangelo, e infine Hiems, con ritratti di amici e immagini sacre.
A completamento dell’esposizione, anche la cosiddetta “Stanza segreta”, un’installazione costituita da una serie di piccole porte che danno accesso ad ammiccanti ambienti in miniatura: anche qui, sbirciando dalla serratura, si possono visionare nuove, “esplicite”, fusioni su carta firmate Chisesi.
La tensione espressiva rimane sempre molto elevata. E il mondo di Gabriele d’Annunzio si dispiega così in tutta la sua complessità, toccandone il vitalismo, l’anelito eroico, la dimensione teatrale e visionaria al tempo stesso. Un viaggio nell’arte e nell’epos, nel costume e nella storia di un’epoca sui curiosi canali di un’arte tutta contemporanea.
fino al 5 aprile 2021*
vittoriale.it
andreachisesi.com
*Giorni di apertura e modalità di visita della mostra seguono le disposizioni governative in tema di contenimento del COVID-19.
Stefania Vitale
Caporedattrice
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