In mostra al Castello Visconteo di Pavia oltre 100 scatti del fotoreporter statunitense.
Nell’immagine, da sinistra in senso orario: Afghan girl; Lago Inle – Birmania; Herat – Afghanistan.
L’intensità di uno sguardo non ha confini territoriali. Racconta storie di sofferenza e di fierezza. Parla di mondi lontani e universali al tempo stesso. Descrive il tormento e ne cattura la forza e il magnetismo. La capacità di Steve McCurry è proprio questa. Elimina filtri, abbatte barriere e ci cala con forza penetrante nell’anima dei suoi soggetti. Fino al 3 giugno le opere del fotoreporter statunitense sono oggetto di una ricca esposizione dal tema “Steve McCurry. Icons”, allestita alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia. Oltre cento gli scatti presenti in mostra attraverso i quali è possibile ripercorrere i quarant’anni di carriera dello stesso McCurry. Celebre per la foto “Ragazza afgana”, realizzata in un campo profughi in Pakistan e divenuta poi famosissima copertina del National Geographic, il fotografo è da sempre attratto da storie di guerra, sulle quali posa il suo obiettivo curioso e intriso di umanità.
McCurry annulla le distanze, si erge oltre le macerie della distruzione e ricompone ad arte i frantumi di un’esistenza che reclama dignità e trasuda coraggio. Attraverso i suoi ritratti le immagini di odio assumono sembianze di sorprendente bellezza, esattamente a metà strada fra stupore e poesia, senso di forza e solidarietà.
Gli scatti della mostra di Pavia documentano le tappe di un percorso complesso, coraggioso, per certi versi eroico, e che non perde mai il senso della meraviglia. Sono opere che rivivono le emozioni catturate nelle molteplici esperienze in India, Afghanistan, Birmania, Giappone, Cuba e Brasile. Icone tristi di un’umanità che alza la testa e invoca rispetto, tra senso di rabbia e desiderio di riscatto. Immagini diventate ormai manifesto d’autore della fotografia internazionale.
fino al 3 giugno 2018
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di Stefania Vitale
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