Nell’immagine di copertina: Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle, 2019 Jin Kim Concept art, disegno digitale su carta
Al Mudec di Milano una mostra sul processo creativo dei più amati film d’animazione.
Storie cariche di meraviglia ambientate in paesaggi spesso irreali, dal Castello di Cenerentola al regno di ghiaccio di Elsa e Anna. Lì, dove il fiabesco si fa strada a discapito della realtà ma proprio alla realtà ci riporta con ancor più consapevolezza dopo un viaggio a perdifiato nella fantasia. Storie che, di conseguenza, ci aiutano a svelare il nostro mondo emotivo, identificandoci nei protagonisti e sviluppando inventiva e creatività.
Quanto stupore ci ha regalato e quanto ancora è pronto a diffonderne l’universo Disney? Scintillanti sorrisi, smorfie di disappunto, scompostissimi urli di felicità o quell’andatura un po’ goffa dei personaggi più maldestri…
Sono immagini che ci portiamo dentro, con spensieratezza, dall’infanzia all’età adulta, per poi riviverle magari nuovamente negli occhi dei nostri figli. “Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo” è il tema della mostra in corso al Mudec di Milano che presenta preziose opere originali provenienti dagli Archivi Disney con l’intento di illustrare al pubblico il complesso processo creativo che vi sta dietro.
Si spazia da lungometraggi “immortali”, come Biancaneve e i Sette Nani, Pinocchio e Fantasia, per poi toccare altri celebri film dei Walt Disney Animation Studios, tra cui Hercules e La Sirenetta, fino al più recente Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle, realizzato da una nuova generazione di cineasti pienamente in linea con lo spirito Disney. L’esposizione, promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, a cura della Walt Disney Animation Research Library, con la collaborazione di Federico Fiecconi, propone differenti percorsi d’indagine.
La ricerca creativa alla base di certi capolavori è un lavoro lungo e meticoloso, spesso del tutto ignorato al grande pubblico, che fruisce unicamente dell’immediatezza del risultato. Dietro le quinte si matura l’idea, il concept stesso di storia dal quale poi andranno a svilupparsi il plot narrativo e la relativa ambientazione.
Ed eccoci allo studio dei personaggi, con volto, fattezze e movenze spesso antropomorfe, una tra le fasi più divertenti e accattivanti dell’intera elaborazione: le sagome prendono forma, tra mille varianti possibili, su bozzetti preparatori e maquette tridimensionali in modo da visualizzare ogni singolo dettaglio, dal colore degli occhi agli abiti “di scena”.
Ci vuole ironia, naturalmente talento, ma anche quel pizzico di follia che dà linfa al creativo consentendogli di sganciarsi quel che basta dalla schematicità del quotidiano. Nell’esposizione del Mudec la narrazione torna al cuore delle proprie origini, tra epica e tradizione popolare, riscoprendo quel patrimonio di miti, leggende e folklore che ha dato vita alle trasposizioni fiabesche targate Disney.
L’attualizzazione del messaggio, preservandone lo spirito e il significato, è alla base del suo carattere universale, come fiabe che non subiscono il peso degli anni riproponendosi, di generazione in generazione, con immutata popolarità. Si assiste inoltre all’evoluzione del linguaggio narrativo e quindi della tecnica, partendo da un excursus sul disegno a mano fino alle più attuali forme di animazione digitale.
Il successo dei soggetti Disney è garantito dalla naturalezza, dall’espressività, dal calibrato uso dei colori, ma anche da quella tenacia che è insegnamento, esempio e morale: maghi, streghe, nani, principesse e cavalieri si contrastano e si spalleggiano in una lotta fiera e senza quartiere, dove a trionfare è sempre, pur nelle difficoltà, il Bene.
E su questa spinta, al Mudec, il coinvolgimento del visitatore non è di natura esclusivamente emozionale: tra le chiavi di lettura della mostra c’è infatti la possibilità di sperimentare in prima persona la creatività dello storytelling cimentandosi, al pari dei maestri, nel costruire il proprio racconto. Il percorso è pensato per i piccoli avventori della rassegna, dai 6 agli 11 anni, con a disposizione postazioni interattive e scenari ambientati per testare eccezionalmente le tecniche d’animazione dei Disney Studios. Si parte dal più classico degli incipit, quel “C’era una volta” che echeggia e ha echeggiato in tantissime case del mondo, sabotando il reale e riparando nel sogno.
To be continued…
fino al 13 febbraio 2022*
* Giorni di apertura e modalità di visita della mostra seguono le disposizioni governative in tema di contenimento del COVID-19.
Stefania Vitale
Caporedattrice
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